Letture e riflessioni sulle vittime delle foibe e sull'esodo degli istriani, fiumani e dalmati - Martedì 11 febbraio ore 18.00 presso Palazzo del Governatore di Cento, Sala “F. Zarri”
Il Comune di Cento – Assessorato alla Cultura e Biblioteca Civica Patrimonio Studi in collaborazione con l’Associazione ANVGD Comitato di Bologna commemora il Giorno del Ricordo, istituito con la legge n. 92 del 30/03/2004 per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte
le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Oltre all’Assessora alla cultura Silvia Bidoli interverranno all’incontro Chiara Sirk e Giovanni Stipcevich, Presidentessa e Vicepresidente del Comitato di Bologna dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; Patrizia Azzolini, Myriam Isabel Boetti, Francesca Franchini, Melissa Manservisi leggeranno brani sul tema.
Anche quest’anno nel manifesto è stata proposta l’immagine della bambina con la valigia, la foto simbolo dell’esodo giuliano-dalmata. Questa bambina con i boccoli e l’ombrellino in mano insieme a una valigia con la scritta Esule Giuliana 30.001 ha un nome e un cognome: si chiama Egea Haffner è nata a Pola nel 1941, sei anni prima del grande esodo che nel 1947 vide fuggire la quasi totalità dei 30.000 abitanti della città, costretti all’esodo dalle persecuzioni di Tito. Da maggio 1945 suo padre venne prelevato da due titini e quasi sicuramente venne infoibato poco dopo.
Prima di fuggire dalla sua terra e questo avvenne nel 1946, a Egea-Giuliana, come a tutti coloro che dovevano partire, venne scattata una foto quella che oggi è diventata l’immagine ufficiale del Giorno del Ricordo: «Fu la sorella di mio padre a farmi i boccoli e a confezionarmi un vestitino di seta – racconta
Egea –, mi misero in mano un ombrellino e la mia valigia, con su scritto un numero di matricola... Così diventavo l’esule giuliana 30.001».
Un numero inventato per la foto ma che in realtà indicava il numero degli abitanti di Pola. Quel fotogramma che riporta il timbro di un fotografo polesano di origini ungheresi è rimasto chiuso in una cassetto sino al 1997, anno in cui il Museo della Guerra di Rovereto ha allestito una mostra per il
50esimo dell’esodo. Così si espresse in quell’occasione Egea: «Finalmente uscivamo allo scoperto! Ognuno di noi portò ciò che ci restava della nostra terra, io portai la mia foto di piccola orfana», il riassunto del dramma di un popolo.
Riteniamo che la memoria di questo popolo vada coltivata. Tutti i paesi hanno il diritto e il dovere di ricordare la propria storia anche se costellata di sofferenze.
Ingresso libero - Info: prestitobiblio@comune.cento.fe.it – 0516843141-145.
Letture e riflessioni sulle vittime delle foibe e sull'esodo degli istriani, fiumani e dalmati - Martedì 11 febbraio ore 18.00 presso Palazzo del Governatore di Cento, Sala “F. Zarri”...