Data di ultima modifica: 
01 Febbraio 2018

La Struttura della Rete Regionale Contro le Discriminazioni

NODI DI RACCORDO
I punti di referenza/nodi di raccordo alla fine del processo di costruzione della struttura di rete regionale dovranno essere almeno uno per distretto.
Si configurano come punto di riferimento principale per ciascun territorio e svolgono le seguenti funzioni: informative, promozionali, di sensibilizzazione, di raccordo con i nodi antenna e implementazione delle risorse informative a disposizione della rete locale e ovviamente di ricevimento, orientamento e consulenza nei confronti dell’utenza, raccolta segnalazioni attraverso la compilazione dell’apposita scheda informatizzata Regione E-R/UNAR, invio dati alle Province, ecc.

NODI"ANTENNA"
I nodi “antenna”, che possono fare capo a enti locali, organizzazioni del terzo settore, sindacati, associazioni di categoria, ecc, in relazione alla tipologia di attività svolte si distinguono in:

  1. sportelli: in questo caso (oltre ad attività informative, promozionali e di sensibilizzazione) svolgono la funzione di punti di accesso per l’utenza (ricevimento, orientamento ecc), raccolgono le segnalazioni, utilizzano la scheda informatizzata ecc.
  2. punti informativi e/o di supporto: in questo caso sono quindi semplici nodi della rete in grado di fornire indicazioni (ad es. di tipo legale, su procedure ecc) ai punti di referenza e agli sportelli; potranno segnalare criticità e problemi su specifici aspetti, proporre soluzioni, interventi ecc., potranno inoltre distribuire materiali informativi e fare sensibilizzazione sui temi dell’antidiscriminazione. Non svolgendo funzioni di sportello per quanto riguarda la segnalazione di casi non sono soggetti ai requisiti: dovranno ovviamente orientare le persone che vogliono segnalare un caso ad uno sportello o nodo di raccordo della rete locale.

Sia i nodi di raccordo che i nodi antenna non necessariamente debbono essere creati ex novo ma, più opportunamente, potrebbero coincidere con le significative risorse ed esperienze già esistenti (ad esempio gli sportelli informativi per stranieri o quelli sui diritti di patronati e organizzazioni sindacali, le numerose associazioni, le consigliere di parità ecc) valorizzandone ruolo e funzioni anche nell’ottica dell’antidiscriminazione e fornendo a queste strutture, laddove necessario, un supporto strumentale e formativo.

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