Data di ultima modifica: 
08 Aprile 2021

Bartolomeo Campagnoli (1751 – 1827)

Nato a Cento, il 10 sett. 1751, Campagnoli apprese i primi rudimenti dell'arte del violino a Bologna, sotto l'insegnamento di A. D. Dall'Occa, allievo di Antonio Lolli. Ma la naturale disposizione e i suoi rapidi progressi richiesero ben presto la guida di un maestro più capace. Fu così che nel 1763, per volere del padre, di professione negoziante, si recò a Modena, ove ebbe per maestro Paolo Guastarobba, violinista della scuola del grande Tartini. A Modena il C. iniziò anche i suoi studi di composizione. Si recò in seguito col collega Lamotta a Venezia e quindi a Padova. Nel 1766 ritornò nella sua città natale, dove ebbe un posto nell'orchestra del teatro, suonandovi due anni. Nel 1768 partì nuovamente per Venezia, fermandovisi qualche mese; di qui raggiunse Padova, dove viveva ancora Tartini, rimanendovi per breve tempo. Nel 1770, non ancora ventenne, fece il suo primo viaggio a Roma, dove suonò riscuotendo successo molto vivo. Si recò poi a Faenza, dove il maestro di cappella Paolo Alberghi, un noto virtuoso di violino, lo trattenne per sei mesi, perfezionandone accuratamente il metodo. Infine partì per Firenze, desiderando ascoltare uno dei più grandi violinisti dell'epoca, Pietro Nardini. Le eccezionali qualità dell'esecuzione di questo maestro, che poco o nulla concedeva al virtuosismo, tutto concentrando nella purezza e nella straordinaria espressività del suqno, spinsero il C. a mettersi sotto la sua guida. Per un lungo periodo, circa cinque anni, il C. apprese dal Nardini i segreti dell'arte violinistica. Fu questo un fatto decisivo nella formazione della personalità artistica e interpretativa del Campagnoli. Durante questi anni così importanti per la sua maturazione, egli strinse amicizia con Cherubini. Nel 1775 ritornò a Roma, dove ebbe il posto di spalla dei secondi violini nell'orchestra del teatro Argentina, riscuotendo un successo sempre molto vivo in numerosi concerti. Sul finire dello stesso anno, il principe vescovo di Frisinga lo chiamò in Baviera, nominandolo primo violino e affidandogli la direzione dei concerti che si svolgevano nella sua corte. Il C. vi arrivò nel 1776, prendendo immediatamente servizio. Due anni dopo fece un viaggio in Polonia insieme al celebre fagottista Reinert, fermandosi tra l'altro tre mesi a Varsavia. Giunto in seguito a Dresda, il C. ricevette nel 1780 da Carlo di Sassonia, già duca di Curlandia, l'incarico di direttore della musica della sua corte in quella città. Nel 1783 si recò in Svezia, ovunque tenendo concerti, e dopo un lungo viaggio arrivò a Stoccolma, dove fu accolto con onore e nominato membro dell'Accademia reale di musica, come si può ricavare anche dalla intestazione di alcune sue opere, composte durante e dopo questo periodo. Dopo non molto tempo, comunque, il C. fece ritorno a Dresda, sostando fra l'altro a Copenaghen, Amburgo e Potsdam, ed in queste città egli tenne probabilmente alcuni concerti. Nel 1784 partì alla volta dell'Italia, dando prova della sua abilità e della sua maturità espressiva in numerose città, tra le quali Lipsia, Weimar, Bayreuth, Ratisbona, Monaco, Salisburgo, Innsbruck, Verona e Mantova; in ognuna di queste occasioni il C. riscosse un notevole successo e ricevette attestazioni di stima per il suo talento. Nel 1786 passò qualche mese a Praga, rientrando quindi a Dresda. Dopo un secondo viaggio in Italia, effettuato nel 1788, il C. non abbandonò più Dresda fino alla morte del duca di Curlandia (1796), quando fu nominato direttore dei concerti e primo violino al Gewandhaus di Lipsia, cariche che egli tenne dal 1797 al 1818. Verso la fine del 1801 il C. visitò Parigi, ed ebbe modo di incontrarvi nuovamente il suo amico Cherubini; durante la sua permanenza in questa città gli riuscì di ascoltare R. Kreutzer, del quale ammirava profondamente la brillantezza nelle esecuzioni. Nel 1816 il C. si recò in Italia accompagnato dalle figlie, Albertina e Giannetta, due note cantanti, e vi rimase un anno. Tornò a Lipsia nel 1818; ma nello stesso anno rassegnò le dimissioni per seguire la carriera delle sue due figlie. Dopo due anni a Francoforte, poi a Hannover, la famiglia si trasferì nel 1826 a Neustrelitz, ove Giannetta era stata scritturata come prima cantante (per questi dati biografici, cfr. Allg. musik. Zeit., XXXVII [1835], coll. 566 s.). Il C. morì in questa città il 6 nov. 1827.

La fama del C. non è legata solo alle sue qualità di esecutore e alle sue facoltà di compositore; egli ebbe buone capacità didattiche, riscontrabili nel suo Metodo per violino, Milano 1797. Ed è forse in questo senso che la sua personalità è più da ricordare.

[Tratto da Dizionario Biografico Treccani]

Condividi

Area tematica: 
Musica