«È una mostra che avrei fatto volentieri io». Così Vittorio Sgarbi al termine della visita a ‘Emozione Barocca. Il Guercino a Cento’. Il critico è arrivato in città intorno alle 17.00 di domenica per una visita privata, non programmata, raggiunto pochi minuti dopo dalla sorella Elisabetta.
Sgarbi ha dapprima ammirato i 28 dipinti e i 20 disegni esposti a San Lorenzo, analizzandoli nei dettagli con l’ausilio di una piccola torcia, per non lasciarsi sfuggire neppure il minimo particolare. In seguito, si è recato alla Rocca per visionare i 33 affreschi esposti al primo piano del castello, in cui ha riconosciuto paesaggi rurali di sapore familiare.
«Il lavoro del mio antico amico, Daniele Benati, è lodevole – ha affermato Sgarbi -: ha avuto l’intuizione di mostrare in San Lorenzo un Guercino adatto al riallestimento (come la Rocca ospita opere di carattere profano), in un percorso ci consente di vedere qualcosa di inedito rispetto ai temi di culto e ai suoi personaggi. Una mostra che restituisce a Cento la Pinacoteca e alla città un pittore che rappresenta la sua gloria nel mondo, attraverso una dimensione universale che Denis Mahon consacrò nei suoi studi. Una esposizione che non ha errori e che non mi consente alcun tipo di polemica».
Poi l’auspicio, in qualità di presidente di Ferrara Arte, di «realizzare una mostra con le 18 opere del Guercino ospitate nelle chiese della città, chiuse per il terremoto, e del contado». «Cento ha iniziato questa celebrazione del Guercino, che spero Ferrara possa continuare con i dipinti ferraresi, dopo il ‘San Francesco riceve le stimmate’, dando la possibilità di vedere questo pittore, amato forse più di Caravaggio, anche per la sua dimensione più ‘familiare’. Dunque contiamo di proseguire la promozione di questo maestro, in collaborazione con il Centro Studi Internazionale ‘Il Guercino’».