Anno 2005
Dopo settantun anni ritorna in Piazza la statua dedicata al nostro più illustre concittadino.
Il monumento era stato Inaugurato nel 1862 e sino al 1934 posizionato nella piazza principale poi, a seguito della sistemazione e nuova pavimentazione della stessa, era stato spostato nel piazzale antistante la rocca.
L'opera è stata realizzata da un giovane Stefano Galletti, nato a Cento il 15 giugno 1832 e deceduto a Roma il 6 luglio 1905; proprio in occasione del centenario della morte dell'artista l'Amministrazione Comunale di Cento ha deciso di riportare la scultura nel luogo per cui fu progettata, dando giusto rilievo all'importante monumento che, forse perché legato allo spazio esterno, per le dimensioni e per il suo peso, non sempre ha goduto presso il pubblico di tutti i privilegi concessi alle altri arti.
Il periodo storico in cui cresce Galletti è particolarmente significativo: i moti rivoluzionari del 1848 con le aspre lotte, l'Unità d'Italia, le forti contrapposizioni politiche tra i liberali, anticlericali e clericali legati allo Stato Pontificio accompagnano le fasi di crescita dello scultore; sulla sua tomba è inciso il motto del liberalismo verità, libertà e lavoro.
Anche a Cento questi eventi hanno avuto grande eco, diversi cittadini hanno partecipato attivamente a questi cambiamenti storici e i loro nomi sono scolpiti nelle lapidi poste sotto il porticato antistante l'accesso al Palazzo Municipale.
Dalla consultazione dei Registri parrocchiali Galletti risulta essere nato a Cento il 14 giugno 1832, figlio di Giuseppe, di professione cappellaio e di Maria Soffritti. Studia a Bologna presso il canoviano Cincinnato Baruzzi poi intorno agli anni '50 risulta essere scultore a Roma, ove ha la possibilità di perfezionarsi presso la prestigiosa accademia di S. Luca e quella di Francia che gli fornisce l'opportunità di conoscere Degas. A Roma Galletti riceve un'educazione neoclassica, frequentando anche la scuola di Pietro Tenerani, fervido sostenitore del manifesto "Purista".
Già in quegli anni ottiene diverse commissioni ed importanti riconoscimenti; a Roma la statua in bronzo dedicata a San Lorenzo, posta davanti all'omonima, a Ferrara il monumento dedicato a Girolamo Savonarola, quello dedicato a Garibaldi a San Marino, quello a Camillo Cavour a Roma, vinto per concorso e molti altri.
Nel 1904, un anno 1862 prima della morte espone anche a Londra. Importanti anche i suoi busti, statuette, i ritratti di genere che si inseriscono nella corrente del realismo borghese.
Per la realizzazione della scultura dedicata a Guercino, commissionatagli nel 1857, Galletti non chiese alcun contributo al Comune di Cento, solo il rimborso delle spese vive, mettendogratuitamente a disposizione la propria opera, quale segno di gratitudine all'Ente che lo sostenne economicamente nel periodo degli studi.
Per raccogliere fondi per la realizzazione del monumento venne fatta una pubblica sottoscrizione alla quale aderirono numerosi centesi, coscienti dell'importanza di tale operazione.
Guercino appare vestito in abiti seicenteschi, con un ampio mantello sulle spalle, mentre regge nella mano destra un pastello e nella sinistra una tavoletta, ai piedi sono invece accatastati rotoli di disegni.
Con il bozzetto dell'opera Galletti partecipò all'esposizione di Firenze del 1861, ottenendo un premio.
Le cronache narrano con dovizia di particolari la pomposa inaugurazione del 1862: il 29 maggio si inaugura nella piazza maggiore il monumento a Guercino, un momento particolarmente significativo per la comunità centese in quanto, con questa opera si scioglie un voto, ed un debito alla memoria dell'immortale artista.
Alle sei del pomeriggio ha avuto inizio la cerimonia, in presenza di numerose autorità, fra le quali, oltre a quelle comunali, anche il concittadino deputato al parlamento avv. Francesco Borgatti, i membri della Società promotrice per il monumento, quelli dell'Accademia scientifico-letteraria dei Rinvigoriti, tutti presenti nella piazza di prospetto al monumento, fiancheggiata dal battaglione della Guardia nazionale e dai Pompieri, e, gremita di popolo fatto vieppiù lieto dai suoni della banda comunale.
All'ing. Giordani, il compito di leggere un brevissimo discorso, con cui esprimere le ragioni per cui si è voluto realizzare questo monumento; il popolo, visto il superbo lavoro, prorompe in grido d'entusiasmo, e chiede ed invoca il comparire
del giovane scultore, che, pallido per la commozione e per la foga d'affetto, si presenta avanti lo steccato, e riceve la migliore corona, cui debba aspirare il genio; il plauso e la riconoscenza di un popolo civile.
D'un attimo i colonnati che circondano la piazza, sono coperti di vari componimenti poetici a stampa.
Al termine dei discorsi inaugurali, i presenti si recano ad ammirare l'opera del Galletti, il cui gentil aspetto ed il volto giovanissimo, fanno singolare contrasto coll'opera colossale, ed ardita del suo scalpello... la piazza si presenta tutta illuminata a varietà di colori, con forme di archi, di padiglioni, di architetture, in guisa singolarmente vaga, sicché la piazza stessa appare bellissima d'aspetto e la statua, che vi sorge nel mezzo, mostrasi di novella, e pur sempre stupenda appariscenza.
I fuochi di bengala, accesi nelle diverse alture degli edifici della piazza ed in vari posti della città, formano la meraviglia del popolo che ovunque accorre sempre festoso, sempre plaudente.
La solennità, e la gioia del giorno memorabile terminano con una serata di gala al teatro comunale nella quale si rappresenta l'opera "I Masnadieri" del m. Giuseppe Verdi.
In occasione del terzo centenario della nascita del pittore Galletti sollecitò al Comune la pulitura del monumento e si
lamentò dell'errata collocazione della statua, che avrebbe desiderato fosse girata con le spalle alla facciata principale del
Palazzo del Governatore, ma questo non fu possibile. Passano gli anni e Guercino rimane immobile con lo sguardo prospiciente il
Municipio, silenzioso testimone degli eventi storici che si susseguono.
Osservando le vecchie immagini fotografiche che riprendono da diverse angolazioni la piazza, la figura imperiosa di Guercino occupa sempre gran parte della scena; i facchini centesi, durante la bella stagione, si riposavano ai piedi del basamento
e diverse generazioni di bambini hanno giocato intorno alla statua.
Solo nel 1934, come già segnalato, per motivazioni legate a lavori di restauro viene trasferito; il 16 ottobre la scultura, liberata dal piedistallo, fu trasportata a mezzo di un camion offerto dal pastificio Fratelli Barbieri e i lavori di rimozione e di collocamento della statua nella piazza della Rocca furono eseguiti dal capo mastro Veronesi Luigi, centese.
La recente decisione di ricollocarlo nel luogo originario ci porta a considerare tale scultura non solo come un oggetto da osservare in distanza, ma come spazio da vivere, e giustamente da porre nella Piazza, cuore pulsante della città.
Bibliografia:
A. ORSINI, Diario centese (1796 - 1887) con appendice di notevoli notizie dal 1888 al 1901 di Gioacchino Vicini, Bologna,
Zanichelli, 1966
M. CECCHELLI - M. CENSI - F. GOZZI, Ingegno e sentimento. La scultura di Stefano Galletti, Bergamo, Bolis 1995
A. PINELLI, Tra Purismo e Verismo. Stefano Galletti, scultore centese a Roma prima e dopo la "Breccia", in Illustri personaggi
centesi e miscellanea di studi, Cento, Centro Studi "G. Baruffaldi", 1996
L. PIRANI, Diario di Cento 1902 - 1939, a cura di Alessandro Albertazzi e Giuseppe Sitta, Cento, Graphic System, 1998
S. DI GIACINTO, Stefano Galletti (1832 - 1905) scultore e disegnatore: i taccuini di Cento, Tesi di Laurea in Museologia
presso l'Università degli Studi di Bologna - Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di Laurea in Discipline dell'Arte, della
Musica e dello Spettacolo, anno accademico 2004 - 2005
Per l'occasione è stato pubblicato un depliant sulla storia della Statua del Guercino. Scarica il depliant completo: